Una dirigente scolastica è stata travolta da una tempesta perfetta che ha messo in discussione la sua professionalità e gli anni dedicati, senza risparmiarsi, al suo lavoro.
Nel periodo appena trascorso, caratterizzato dal diffondersi del coronavirus e delle paure di adulti e bambini, una dirigente scolastica è assurta, suo malgrado e senza colpa, agli onori delle cronache cittadine e nazionali perché pare non sia riuscita a procurare e consegnare a 217 alunni gli strumenti per essere raggiunti dalla didattica on line. Dati assolutamente opinabili e contestati.
L’attacco nei suoi confronti è stato ben organizzato e ha coinvolto molti giornali seguendo la falsa riga della moda del momento in molte scuole della nazione: la petizione che, a volte, ha il solo scopo di delegittimare un dipendente pubblico per poter allontanare il personale non gradito e, di fatto, scegliere dall’esterno chi può e non può più occupare quel posto di lavoro guadagnato con anni di precariato e concorsi di difficili esiti.
Operare e influenzare scelte proprie dei dirigenti e degli organi collegiali delle scuole.
Ora, a Bologna, chi deve dirigere una scuola e chi vi deve lavorare deve superare l’esame del “Comitato dei Genitori”. Se non è gradito deve andare via con le buone altrimenti la gogna mediatica è servita.
La dinamica è quella, prima i genitori, poi i giornali e, infine, gli organi dell’istituzione preposti al controllo che, in balia degli eventi, dovranno necessariamente agire.
E, allora, denunce, processi di piazza e critiche. Tutto per arrivare diretti e diritti allo scopo: condizionare chi ha una visione differente della scuola in cui vuole lavorare.
Questo non è mai un bene ed è il rischio più grosso che corre la scuola pubblica.
Tanta responsabilità anche dei colleghi e degli altri dipendenti scolastici che restano silenti sperando di non incappare nelle stesse insidie.
Una minoranza, al contrario, difende il proprio collega e offre il suo aiuto e conforto.
Una più risicata minoranza alimenta e sostiene l’attacco personale e professionale al collega e al sovraordinato per togliersi i c.d. “sassolini” non dalla scarpa ma dalla coscienza. Ed allora fomenta, soffia, e, ancor più grave e pericoloso, santifica “la crociata a suon di petizioni” con il crisma dell’ufficialità: se lo dice lei/lui che lavora in questa scuola vuol dire che è vero.
Il ragionamento pare proprio questo: Tanto chi ti dovrebbe tutelare non si metterà contro tutti i genitori. Si sa, in Italia una minoranza rumorosa prevale sulla singola persona e sulla maggioranza silente
Così viene a perdersi la funzione di equilibrio degli organi di controllo. Ci domandiamo se in una situazione come quella che abbiamo vissuto e stiamo vivendo a causa della diffusione del Covid19, tanto eccezionale quanto grave, non sarebbe stato opportuno aiutare e sostenere da parte di tutti.
Viene in mente una vecchia ma quanto mai attuale canzone di De André: “Anche se voi vi credete assolti Siete lo stesso coinvolti”.
Sarebbe bello riuscire a valutare se tutti i firmatari della petizione contro la dirigente scolastica abbiano attualmente o abbiano mai avuto i propri figli nell'Istituto Comprensivo che dirige.
Sarebbe ancor meglio sapere quanti effettivamente non siano stati raggiunti dalla didattica on-line. Noi pensiamo pochi. Veramente pochi.
Se prendessimo per buono quanto riportato in parlamento e nei giornali, alla fine di aprile pare non fossero ancora raggiunti dalla didattica online 1.600.000 studenti in Italia. Ed allora che si fa? Puniamo, allontaniamo e sottoponiamo alla “gogna” un gran numero di dirigenti scolastici? Oppure ci adoperiamo per aiutarli, consigliarli con fiducia che il loro operato, come sempre, sarà risolutivo di tutti quei problemi che esistono e che spesso risolvono solo contando sulle proprie forze.
Ma aldilà di tutto, la domanda principale che ci poniamo è la seguente: è giusto e corretto che a un comitato dei genitori sia concesso un così grande potere di incidere e influenzare le scelte in campo scolastico imponendo modelli e influenzando le scelte dell’amministrazione.
Noi rispondiamo di no. Se errori sono stati commessi, ma crediamo di no, sarebbe auspicabile un intervento immediato di chi deve vigilare a tutela dei propri dipendenti e utenti e non successivamente alla sempre più frequente petizione e solo dopo che la questione sia costruita in modo da apparire appetibile per i mass-media.
Né tantomeno un comitato genitori può sentirsi in dovere di condizionare qualsiasi lavoratore della scuola.
è un organismo di coordinamento della rappresentanza nell’ambito d’istituto e può formulare indicazioni e proposte che non si sovrappongano però con le competenze degli organi collegiali.
Non c’è altro da dire, la scuola è cambiata e non in meglio. La caccia al capro espiatorio è iniziata. Si tenta di delegittimare i docenti, i dirigenti scolastici e il personale ATA.
Mentre succede questo, gli organi di governo della scuola vengono accusati di immobilismo e subiscono frequenti tentativi di strumentalizzazione. Chi ha già imparato il giochetto ci sguazza. Tutti gli altri stanno imparando la lezione. Dobbiamo per forza arrenderci e capitolare?
Segreteria Provinciale Snals Bologna